L'essere
umano, per sua natura, rifiuta l'esistenza di eventi catastrofici fino a
quando questi non si concretizzano. Spesso la frase "non credevo
potesse accadere proprio a me!" viene pronunciata da chi è appena
sopravvissuto ad un incidente, un terremoto o a qualsiasi altro evento
più o meno pericoloso per la propria incolumità.
Questo ci permette di introdurre un concetto che all'interno del mondo militare, law enforcement e in generale di chi svolge attività di scorta e tutela, si chiama alertness color code. Si tratta di una scala di colori (bianco, giallo, arancione e rosso) introdotta da Jeff Cooper, un marine del secolo scorso noto per aver rivoluzionato il combattimento con l'arma corta introducendo concetti basilari ancor oggi utilizzati. Tale scala di colori non indica il grado di pericolosità dell'ambiente circostante, ma semplicemente il nostro stato mentale in relazione ad esso.
Pensate a quando stiamo passeggiando spensieratamente: siamo rilassati e la nostra attenzione fluttuante è poco attiva; siamo in condizione bianca. In questa condizione, particolari che ci indicherebbero l'approssimarsi di un pericolo potrebbero sfuggire. Questa la è peggiore delle condizioni, ogni evento pericoloso ci piomba addosso senza darci la minima possibilità di scampo.
Situazione differente: stiamo guidando, magari in condizioni di scarsa visibilità (pioggia, neve, nebbia). Siamo sempre rilassati, ma attenti a quello che ci circonda e la nostra attenzione fluttuante può captare qualsiasi cosa anomala; questa è la condizione gialla. Potreste sicuramente intraprendere una discussione con il vostro passeggero, ma siete pronti ad ogni imprevisto, perché il vostro stato di allerta è più alto. Il vostro battito cardiaco è regolare, come in condizione bianca, ma siete più pronti all'imprevisto.
Step successivo, l'arancione: abbiamo notato qualcosa che non va, una persona potenzialmente pericolosa e siamo sul "chi va là", cominciamo a percepire una certa ansia.
Infine abbiamo il rosso: il pericolo si è palesato, il nostro battito cardiaco è aumentato notevolmente e possiamo cominciare a percepire tutti i sintomi fisiologici e psicologici legati alla reazione fight or flight.
La frase con cui ho iniziato questo articolo viene pronunciata da chi era sicuramente in condizione bianca, quella in cui ci facciamo sorprendere dagli eventi.
Stare sempre nello stato mentale del giallo, ci dà la possibilità di intercettare preventivamente segnali di pericolo ed eventualmente porci nella migliore condizione per affrontarlo (anche con la fuga).
Il primo importante passo per la sopravvivenza è dunque la prevenzione, intesa come capacità di analisi della situazione e conoscenza di scenari e attori che ne fanno parte. E' nostra ferma convinzione che la prevenzione, in un corso che si pone come scopo la difesa di se stessi e dei propri cari, debba essere trattata approfonditamente, con un approccio scientifico, per dare agli allievi la corretta percezione della realtà ed il giusto peso ai pericoli che possono presentarsi.
Be ready, be alert!
Questo ci permette di introdurre un concetto che all'interno del mondo militare, law enforcement e in generale di chi svolge attività di scorta e tutela, si chiama alertness color code. Si tratta di una scala di colori (bianco, giallo, arancione e rosso) introdotta da Jeff Cooper, un marine del secolo scorso noto per aver rivoluzionato il combattimento con l'arma corta introducendo concetti basilari ancor oggi utilizzati. Tale scala di colori non indica il grado di pericolosità dell'ambiente circostante, ma semplicemente il nostro stato mentale in relazione ad esso.
Pensate a quando stiamo passeggiando spensieratamente: siamo rilassati e la nostra attenzione fluttuante è poco attiva; siamo in condizione bianca. In questa condizione, particolari che ci indicherebbero l'approssimarsi di un pericolo potrebbero sfuggire. Questa la è peggiore delle condizioni, ogni evento pericoloso ci piomba addosso senza darci la minima possibilità di scampo.
Situazione differente: stiamo guidando, magari in condizioni di scarsa visibilità (pioggia, neve, nebbia). Siamo sempre rilassati, ma attenti a quello che ci circonda e la nostra attenzione fluttuante può captare qualsiasi cosa anomala; questa è la condizione gialla. Potreste sicuramente intraprendere una discussione con il vostro passeggero, ma siete pronti ad ogni imprevisto, perché il vostro stato di allerta è più alto. Il vostro battito cardiaco è regolare, come in condizione bianca, ma siete più pronti all'imprevisto.
Step successivo, l'arancione: abbiamo notato qualcosa che non va, una persona potenzialmente pericolosa e siamo sul "chi va là", cominciamo a percepire una certa ansia.
Infine abbiamo il rosso: il pericolo si è palesato, il nostro battito cardiaco è aumentato notevolmente e possiamo cominciare a percepire tutti i sintomi fisiologici e psicologici legati alla reazione fight or flight.
La frase con cui ho iniziato questo articolo viene pronunciata da chi era sicuramente in condizione bianca, quella in cui ci facciamo sorprendere dagli eventi.
Stare sempre nello stato mentale del giallo, ci dà la possibilità di intercettare preventivamente segnali di pericolo ed eventualmente porci nella migliore condizione per affrontarlo (anche con la fuga).
Il primo importante passo per la sopravvivenza è dunque la prevenzione, intesa come capacità di analisi della situazione e conoscenza di scenari e attori che ne fanno parte. E' nostra ferma convinzione che la prevenzione, in un corso che si pone come scopo la difesa di se stessi e dei propri cari, debba essere trattata approfonditamente, con un approccio scientifico, per dare agli allievi la corretta percezione della realtà ed il giusto peso ai pericoli che possono presentarsi.
Be ready, be alert!
Marco Saitta
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